Prima parte dell’intervista a Edward Miller, ideatore di eValid il browser per le analisi prestazionali delle applicazioni web

Diamo il benvenuto a Edward Miller sul nostro blog “laricercadellavisibilità”. Edward è il CEO di Software Research l’azienda cha ha sviluppato il browser eValid, un vero e proprio strumento per la navigazione ma soprattutto per l’analisi prestazionale delle applicazioni web.

D.: Edward raccontaci qualcosa della tua società, come e quando è stata fondata? come è venuta l’idea di sviluppare eValid?
R.: Software Research (S.R.) ha iniziato nel 1985 come società di consulenza e servizi, e presto abbiamo scoperto che molte aziende avevano affrontato problemi simili nei loro dipartimenti di Quality Assurance (Q.A.):
il bisogno di testare i loro prodotti prima di rilasciarli sul mercato (o affrontare seri problemi finanziari e di relazioni pubbliche in caso di non funzionamento);
ognuno si domandava: qual’è la via migliore per testare? Come si può automatizzare il testing e far risparmiare dei soldi all’azienda?

Da queste due esigenze abbiamo sviluppato la prima “suite” automatica per l’ambiente client–server, chiamata TestWorks.
Non appena l’ambiente è cambiato e molte applicazioni sono diventate “web centric”, fin dal 1999 abbiamo spostato il nostro focus su questi nuovi media e applicato tutta la nostra conoscenza ed esperienza a fare prove per lo sviluppo della Suite eValid.
La caratteristica unica di eValid è che il motore di ricerca è interamente costruito ”dentro” il browser IE (Internet Explorer). Era il passo logico e naturale da fare. È una soluzione dolce per un problema veramente serio.

D.: Ma è davvero cosi importante monitorare le performance dei webserver?
R.: Assolutamente si.
I web server non sempre sono affidabili o funzionano bene, 24 ore al giorno tutti i giorni. Regolarmente si verificano ogni sorta di interruzioni, e questo può risultare molto critico per attività come rivenditori, inserzionisti, giornalisti. E’ importante rilasciare contenuti senza ritardo o si potrebbe causare frustrazione nel pubblico.

Le vendite delle aziende e la loro reputazione dipendono da questa affidabilità.
Il monitoraggio deve quindi verificare tre cose: la disponibilità affinchè il server sia up per il 99,99% del suo tempo; il rendimento, qual’è il tempo di risposta della vostra specifica applicazione, per localizzare il collo di bottiglia attuale; la scalabilità delle vostre applicazioni, così da poter essere sicuri che si adeguino alle variazioni di carico dovute agli utenti previsti.

Verificare, in tempo reale e su base continua, le prestazioni e la qualità dei risultati cosi come le percepisce l’utente finale del vostro sito è una necessità, non un lusso.

D.: Se un sito web risponde con tempi lunghi, è un problema serio? Quanti secondi di attesa prima di poter affermare che il tempo è eccessivo, 5, 10  o 20 secondi?

R.: La cosa divertente è che il tempo che l’utente – tuo potenziale cliente – è disposto ad aspettare per scaricare una pagina diventa sempre più breve.
Guardiamo indietro ai siti costruiti appena un paio di anni fa.
I webmaster creavano pagine con apertura fantasiose, con belle immagini animate e storie; ma la pagina piena di Java script poteva impiegare 20 sec ed oltre per essere scaricata e mostrata. E la gente aspettava, ma la novità di una pagina di apertura graziosa scompare velocemente.
Con gli odierni ritmi frenetici, nessuno ha tempo. Alcuni studi hanno dimostrato che la tua pagina di apertura deve essere lì in 2 sec o, al massimo, 3 sec., o la gente se ne va.

Per ora ci fermiamo qui, abbiamo messo molta carne sul fuoco. Tra qualche giorno la seconda parte dell’intervista e tra le varie curiosità parleremo:
di eValid, della sua tecnologia e di come può tornare utile per verifica le performance dei siti web.

Le sue informazioni ci potrebbero dare indicazioni utili per il quality score di Google?

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